Il Memoriale Della Shoah di Milano, per ricordarsi di ricordare

binario 21 il binario IMG_20130123_155512  binario 21  i nomi dei deportati

Disagio, fastidio, imbarazzo, stupore, vergogna, colpa. Voce bassa, compostezza, passo lieve. Migliaia di persone che accordano la traiettoria del proprio cammino per pesare meno su quel luogo, per non disturbare . Come a un funerale, ma questo è per ricordare sia chi è stato sommerso, sia chi non ha voluto vedere. Al Binario 21 si va per stare male. E si esce con la gola annodata. Ma è un bene. La memoria, come il cane di Pavlov, va allenata.

C’è ancora un giorno di tempo per visitare il Memoriale della Shoah di Milano , in via Ferrante Aporti 3, nel ventre della Stazione Centrale di Milano al Binario 21. Il Memoriale è aperto il 27 gennaio, giornata della Memoria, dalle ore 10 alle ore 17. La visita dura circa un’ora ed è gratuita, escluso 1,50 euro per costi di gestione prevendita. La si prenota sul sito TicketOne, selezionando la fascia oraria preferita.

Le scuole possono visitare il Memoriale tutto l’anno, mandando una mail a: didattica@memorialeshoah.it. Per tutti gli altri l’apertura è il primo o il terzo giovedì di ogni mese (dal 24 febbraio anche l’ultima domenica di ogni mese), ma bisogna prenotarsi via mail all’indirizzo: coordinamentomemoriale@memorialeshoah.it.

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Ecco una selezione delle tante iniziative organizzate in città:

Musica: Il 27 gennaio dà inoltre il via all’iniziativa “Milano e la memoria 2014″rassegna di musica e teatro civile, realizzata sotto la direzione artistica di Daniele Biacchessi  dall’Associazione Arci Ponti di memoria e Arci Milano, in collaborazione con il Comune, la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli e la Fondazione Corriere della Sera.

Il primo appuntamento, lunedì 27 gennaio 2014, si terrà alla Libreria Feltrinelli Express di Stazione Centrale. L’evento ospita il live set acustic di Massimo Priviero e il concerto di Settegrani, che hanno recentemente registrato il brano Neve diventeremo, ispirato alla storia di Radovan Ilario Zuccon, sopravvissuto al campo di Buchenwald (ingresso libero). Qui tutti gli altri.

Alle 20.00 presso la Sala Verdi del Conservatorio G. Verdi di Milano, una serata a ingresso libero dedicata alla “Musica della Memoria”  e ai musicisti ebrei perseguitati. Saranno presenti Liliana Segre, Goti Bauer e Nedo Fiano, sopravvissuti ai campi di concentramento nazisti.  Introdurrà la serata Ferruccio de Bortoli, presidente della fondazione Memoriale della Shoah e direttore de “Il Corriere della Sera”.

Teatro: Il Magazine Terre di Mezzo segnala I ragazzi di Villa Emma

Nuovo Teatro Ariberto, Milano, via Daniele Crespi 9 (26 gennaio ore 16.30 e 20.45 e 27 gennaio ore 20.45)

“Tra il 1942 e il 1943 a Nonantola, in provincia di Modena, arriva una settantina di rifugiati ebrei, in maggioranza giovani e bambini, provenienti dall’Est europeo. Qui, a Villa Emma, vivono in relativa quiete per qualche mese, intrecciando con gli abitanti di Nonantola relazioni di grande e sincera amicizia. Ma in Italia, dopo l’8 settembre del 1943, il regime fascista inasprisce le persecuzioni antisemite, inaugurando anche le deportazioni verso i campi di sterminio. A questo punto, però, l’intera cittadinanza di Nonantola si schiera a difesa di questi ragazzi ebrei, nascondendoli nelle proprie case e facilitando poi, anche grazie ad alcune staffette del paese, la loro fuga verso la salvezza in Svizzera.
I ragazzi di Villa Emma è stato presentato con successo come lettura scenica ai primi di maggio 2002 alla Scuola Civica di Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano, e in seguito è diventato un monologo interpretato da Marco Filatori e diretto da Toni Caroppi.
Quest’anno, in occasione della Giornata della Memoria, sono gli allievi del corso avanzato della Scuola del Teatro del Battito di Marco Filatori a portarlo in scena, diretti da Toni Caroppi. Non è un azzardo, e non significa nemmeno che gli spettatori verranno a vedere un banale saggio di metà corso, come ci si potrebbe aspettare. Si tratta di altro: è un gesto di fiducia in chi comincia ed è “un giovane della scena”, un momento determinante nella formazione dell’attore e un passo importante nella costruzione di un laboratorio di produzioni autonome, che al NTA sta mettendo radici.”

Cinema: da non perdere la proiezione in anteprima del film di Margarethe Von TrottaHannah Arendt che racconta la genesi del saggio La banalità del male, scritto in seguita al processo contro l’ufficiale nazista Adolf Eichmann. Ecco i cinema coinvolti:

– Cinema Palestrina, martedì 28 gennaio ore 17.00 e in replica alle 21.00, ingresso 8-5 euro

– Cinema Arcobaleno, lunedì 27 gennaio ore 20.00 e 22.30, martedì 28 gennaio, ore 15.00, 17.30, 20.00 e 22.30)

– Cinema Ducale, lunedì 27 gennaio ore 20.00 e 22.30, martedì 28 gennaio, ore 15.00, 17.30, 20.00 e 22.30)

– Uci Cinemas Bicocca, lunedì 27 gennaio

Per ricordarsi di ricordare.

Storie di lavoro, da dipendente a imprenditore del libro usato online

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Federico, 35 anni e tre figli, lascia il lavoro per vendere su eBay: «Vado a caccia  di “tesori” e in 3 mesi ho guadagnato 8mila euro»

«Quando ho detto agli amici che mi ero licenziato mi hanno preso per pazzo. Non hanno capito che sarei stato pazzo a rimanere». Federico ha 35 anni, tre figli e fino allo scorso ottobre era responsabile degli acquisti in una filiale della catena Libraccio a Milano. Duemila euro al mese ma una situazione lavorativa «con molte pressioni, soprattutto da esercitare sugli altri dipendenti, dove non c’era più possibilità di crescita». Poi la svolta. «Dopo 15 anni passati in librerie tradizionali avevo ormai imparato tutto il possibile e così ho deciso di iniziare a lavorare per me». Da tre mesi vende libri usati in rete, soprattutto su eBay, e non è affatto pentito.

Trovate  tutta la storia di Federico e qualche dritta per capire come funziona il mercato dei libri usati online nel mio pezzo per Linkiesta 

 

Isola Pepe Verde ovvero: perché non è strano un giardino in centro a Milano

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“È un’oasi tra i palazzi, un giardino segreto”, dice Mariette, una dei 18 fondatori di Isola Pepe Verde, il community garden nato tra la stazione Garibaldi e i cantieri del Bosco Verticale. Sorride perché sa che è un segreto per finta: nel quartiere e non solo, lo conoscono tutti. Un deposito di materiali edili di 1500 mq di proprietà del Comune in via Guglielmo Pepe, tettoia cadente e gettata di cemento per terra, trasformato dagli abitanti dell’Isola nello spazio che mancava.

È giardino e orto per chi a casa non ha spazio per le piante, doposcuola per bambini e ragazzi che possono giocare liberi, spazio mostre per artisti, laboratorio per artigiani, luogo d’incontro della comunità.

La storia e i numeri di Pepe Verde, la mappatura dei giardini condivisi di Milano e le informazioni per crearne uno le  trovate qui 

Alexis Paparo

Call center Hp delocalizza in Serbia, 114 lavoratori Sitel licenziati

Nessun miracolo in vista per i 114 lavoratori Sitel di Milano, operatori dell’unico call center Hp in Italia. Dopo dieci anni di attività nella sede milanese di via Montecuccoli, la commessa Hewlett Packard passerà entro marzo 2014 ai colleghi Sitel della filiale di Belgrado. Che costano un terzo degli italiani.  Qui il mio pezzo per Linkiesta.

Forconi sì e no: chi c’è davvero in Piazzale Loreto

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“Qui non siamo né comunisti né fascisti né niente: siamo ragazzi come te che si sono rotti i coglioni”. Piazzale Loreto ore 18. Due, forse trecento persone tra la rotonda e le vie intorno.  Luca è qui da ieri e tornerà anche domani. E’ arrivato alle 17 perché è stato tutto il giorno in università. “Sono al terzo anno di Sua (Scienze umane dell’ambiente ndr) e sono qui perché mi sono rotto di stare a guardare i miei che parlano parlano e non fanno niente.” E tu cosa vuoi fare? “Sto qui finché non si dimettono, tutti. Io non ho niente da perdere perché alla mia generazione hanno tolto tutto. Ora gli presentiamo il conto. “Applausi sullo sfondo. Luca va a vedere. Sorride quando vede una, poi due, poi tre persone scendere dalle auto bloccate a singhiozzo in viale Brianza. Dal tir che si muove a passo d’uomo, un camionista abbassa il finestrino per prendere il volantino “L’Italia si ferma” che viene distribuito in giro ed è firmato da LIFE (Liberi imprenditori federalisti europei), I forconi, MAA (Movimento Autonomi Autotrasportatori), Azione Rurale Veneto, Cobas Latte, AITRAS (Associazione Italiana Trasportatori).  Alza il pugno chiuso e con l’altra mano si appoggia al clacson, a lungo. Si continua a sentire anche quando sparisce dietro la rotonda. “Scattaci una foto?” Cosa? “Sì sì scattaci una foto, sei della Digos no? Scherzo, sei dell’Unità?” Sono in tre, vestiti di nero. Fascisti. “Siamo fascio-leghisti. Ci chiamano così almeno”. Ma dicevano che qui non c’erano fascisti. “Come no? Eccoci qui.” Per fare? “Io faccio l’educatore cinofilo, per fortuna ho ancora un lavoro, ma la gente ha fame. Fatti un giro in Piazza Prealpi, guarda come la gente rovista tutti i giorni nei cassonetti, quando finisce il mercato. Se ne devono andare a casa. Pd, Pdl, tutti uguali”. Il Pdl non esiste più. C’è Forza Italia e il Nuovo Centro Destra. “Nuovo? Mi fai ridere”, si avvicina un altro. “Sono quelli di prima! E anche la Lega quando è andata lì (al governo ndr) ha fatto schifo.”  E Berlusconi? Voleva incontrarvi, poi ha rinunciato. O forse non lo avete voluto. “Berlusconi ha vissuto per vent’anni su una nuvola e ora si accorge di noi? Se fossimo in una paese normale sarebbe già in galera. ” Chi risponde fa di mestiere l’ambulante,  avrà 50 anni ed è un “fascio-leghista”anche lui.

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Intanto blocchi del traffico a vie alterne, altri clacson, altri applausi, l’inno nazionale, “Spostatevi sostatevi, Deve passare l’ambulanza”, “Stamattina ero a cercare lavoro, poi all’una sono venuto qui”, due o tre fumogeni, giornalisti, telecamere, bandiere dell’Italia come mantelli, una maschera di VperVendetta che copre la nuca e non il viso, carrozzine, striscioni, poliziotti. Niente caschi o passamontagna, né da una parte né dall’altra. Sopra tutto il megafono. Il megafono di Jacopo. Anche di altri ma soprattutto suo. Ventidue anni, codino biondo alto in testa e piercing, vestito di arancione. “Buonasera Italia, buonasera a voi che siete alla finestra. Scendete qui in piazza, scendete dalle auto. Perché se le ingiustizie le combattiamo tutti insieme ce la possiamo fare. Passaparola! Domani appuntamento sempre qui, il giorno dopo anche, finché non vanno a casa gli abusivi del Parlamento”. E ancora “Qui non ci sono forconi. Qui siamo apartitici. I politici hanno cercato di infiltrarsi. Noi siamo l’Italia. L’Italia che non ce la fa più. A casa i ladri!”. Intanto il megafono giro e chi vuole può parlare. “Sono una mamma e ho due figli. Sono qui oggi per lottare per i miei figli e per questi ragazzi, che stanno facendo il lavoro che avemmo dovuto fare noi!”. Boato.

Jacopo stasera ha fretta e alle 18.30 lascia il “comando” ad altri: tra poco lo intervistano a “La Gabbia”. Ma soprattutto gli preme che non ci siano “casini”. “Vado via ma domattina sono di nuovo qui. Vi lascio qui fino alle 8 due persone di cui mi fido. Noi siamo qui pacificamente e i casinisti, se ci dovessero essere, vanno isolati. Io mi fido di voi!” Applausi. “Spacchiamo tutto!”, grida qualcuno. “Noi costruiamo, non spacchiamo”. Altri applausi.

Jacopo va verso la metro e lo accompagno. “Ma voi cosa siete? Forconi?”No. I forconi sono alla sede della Regione Lombardia. Siamo persone che no ce la fanno più. “Ma siete legati al comitato 9 dicembre?” “Nasciamo da loro ma ci stiamo evolvendo”. Cosa volete?” Le dimissioni del Parlamento, la cancellazione del Porcellum e il Mattarellum”. Si infila veloce tra i tornelli e non c’è il tempo di dirgli che il Porcellum è già stato dichiarato incostituzionale.

Ecco di nuovo i fascio-leghisti. “Fascisti, comunisti, o apolitici. Qui ci sono disoccupati, lavoratori, studenti, genitori con figli. Non importa cosa siamo, ma il fatto che siamo tutti insieme. Che stiamo male tutti insieme”. E forse hanno ragione. 

Alexis Paparo

Primo Weekend Natalizio: tre appuntamenti da non perdere a Milano

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Ci ho provato a resistere al Natale. Ma ci sbatto contro al supermercato, che ha in bella mostra da un mese panettoni, luci e abeti di plastica, mi sbatte addosso mentre guardo le vetrine dei negozi, ora ci si mette anche la neve, prevista per questo weekend e la prossima settimana. Se non puoi sconfiggere il tuo nemico alleati con lui, dicono. E allora per la serie “cosa si fa questo weekend” tre appuntamenti, tutti gratuiti e tutti concentrati nel weekend fra il 29 novembre e il 1 dicembre:il Christmas Food Village, il mercatino di Natale It’s Time for Christmas e il gradito ritorno di Re Panettone.
La tre giorni del Christmas Food Village, promosso da Food Tank, organizzatori della Milano Food Week, sarà organizzato all’interno di Cargo, spazio polifunzionale di 11.000 mq nato nell’ex fabbrica Ovomaltina in via Meucci 39, allestito con gli addobbi natalizi per l’occasione. Un weekend di degustazioni, esibizioni ai fornelli, incontri con grandi chef, famosi food blogger e personaggi televisivi dei più noti cooking shows, workshop e presentazioni di libri. Saranno allestite due cucine speciali: una dedicata agli chef più celebri, tra cui Claudio Sadler, Tommaso Arrigoni ed Eros Picco, oltre ad alcuni tra i volti televisivi più noti come Maurizio e Andrea da Masterchef, attorno alla seconda cucina si raccoglieranno i food blogger. Da non perdere i workshop: si va dall’allestimento della tavola del 25 dicembre, al bon ton da osservare durante le feste, ai regali homemade. Il programma completo degli eventi è scaricabile sul sito: alcuni sono a numero chiuso ed è bene prenotare.
Alla prima edizione anche la mostra mercato, a ingresso gratuito, It’s Time for Christmas, negli spazi di Garage Milano, in via Maiocchi 7. Shopping ma non solo: oltre alla possibilità di comprare, da olte 50 espositori, oggetti di design, spesso artigianali o pezzi unici, specialità natalizie, addobbi, dolci fatti in casa e prodotti biologici, tra le 10 e le 22 si susseguiranno workshop tematici, baby club, show cooking, presentazioni, set fotografici. Dalle 8 sarà aperto il bar, con brioches e caffè al prezzo popolare di 1,50 euro, e alle 18 si parte con l’happy hour. È prevista anche una raccolta fondi, il cui ricavato sarà devoluto al Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (WFP). Trovate tutti gli aggiornamenti e le foto degli espositori e degli eventi sulla pagina facebook del mercatino.
Saranno oltre i 40 pasticceri che esporranno le loro buonissime creazioni per la sesta edizione di Re Panettone, la kermesse dedicata al dolce che più milanese non si può. Due giorni, dal 30 novembre al 1 dicembre, di degustazioni gratuite, seminari e incontri e lezioni di cucina dedicati al prodotto natalizio per eccellenza. Maestri pasticceri e produttori da tutt’Italia, raccolti nello spazio Ex Ansaldo in via Bergognone 34, proporranno la loro interpretazione del panettone, che potrete portare a casa al prezzo fisso di 20 euro al chilo. Tutte le informazioni e il programma sul sito Re Panettone.

Alexis Paparo

 

Milano capofila degli sfratti, con 5mila case sfitte

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Più di 22 mila domande, meno di mille assegnazioni all’anno e oltre 5 mila case sfitte: sono questi i numeri dell’emergenza casa a Milano. Per le  assegnazioni di case popolari si aspetta in graduatoria anche 10 anni,in una città dove il prezzo medio di un appartamento è di 1050 euro. Basta poco per finire in strada. Ne ho scritto oggi su La Sestina, giornale online del Master di giornalismo “Walter Tobagi”. 

Alexis Paparo

 

Isola Pepe Verde, un miracolo di giardino tra i palazzi

Isola Pepe Verde

In centro a Milano c’è un giardino. Un giardino segreto. Segreto perché pochi lo conoscono e non perché non voglia farsi trovare. Si chiama Isola Pepe Verde, al 10 di via Guglielmo Pepe nel quartiere Isola, pigiato tra torri di vetro e cemento: il palazzo Unicredit, le torri Solaria e Diamante, le case per ricchi di Porta Nuova, il Bosco Verticale. Sù quello finto, giù il giardino vero. Isola Pepe Verde  è il primo esperimento di giardini condiviso, autosufficiente per energia e acqua, del quartiere. Inaugurato ufficialmente nel maggio 2013, grazie a una convenzione tra il Comune di Milano e l’Associazione Isola Pepe Verde, è nato molto prima per bisogno d’aria, di verde, di spazio degli abitanti dell’Isola assediati dal cemento. Nel giugno 2010 il gruppo, che poi si costituirà in Associazione per trattare con l’Amministrazione comunale, trova un buco tra i palazzi: è un’area edificabile tra via Pepe, via Borsieri e la fine del cavalcavia Bussa, di proprietà del Demanio, inutilizzata e abbandonata. Un vecchio magazzino edile: c’è una tettoia malandata e l’asfalto per terra, ma con fantasia e impegno può diventare un giardino. Il giardino dell’Isola, il giardino di tutti,”da usare non solo da guardare”, come si legge nel blog Isola Pepe Verde.  Due anni di burocrazia, di mezzi sì e di no, di “vediamo”. Il 6 aprile 2012 la prima vittoria: l’affidamento all’associazione della striscia di verde in via Pepe, a ridosso del cavalcavia Bussa, fino all’inaugurazione della gestione dello spazio, il 6 maggio 2013. Oggi qui ci sono alberi, panchine, frutti e ortaggi coltivati nei cassoni, un’area per i bambini, uno spazio per l’arte, tante piante regalate dagli abitanti del quartiere che quest’estate portavano da casa bottiglie piene d’acqua per annaffiarle. C’è un cesto per giocare a basket e sedute fatte con i pallets. Ma soprattutto c’è speranza e voglia di impegnarsi. La gestione  dello spazio al momento affidata all’associazione solo per un anno, ed è da qui che si deve andare avanti. Perché per mettere radici c’è bisogno di certezza, ma a Pepe Verde le piante sono  spuntate anche nel cemento.

Per informazioni e aggiornamenti sulle attività di Pepe Verde consultate il blog Isola Pepe Verde e il sito di Isola Art Center, il centro d’arte  nato nel 2005 al secondo piano della Stecca degli Artigiani, distrutto poi nel 2007.  Da allora Isola Art Center continua le sue attività nel quartiere Isola senza avere un suo spazio fisico, e utilizzando di volta in volta strade e altri luoghi del quartiere, come lo spazio Isola Pepe Verde.

Il giardino è aperto a volte di mattina, dalle ore 10,30 alle 12,30 e ogni giorno dalle ore 16,00 alle 19,00, con chiusura prima del tramonto. Tutti sono benvenuti.

Ecco un po’ di foto scattate oggi pomeriggio, e se è così a novembre con la pioggia immaginatevi in una bella giornata di sole!

Alexis Paparo

L’acqua pubblica di Milano è buona! Ecco tutte le “vedovelle” e le case dell’acqua in città

la casa dell'acqua di Via Morgagni e una "vedovella"

 

Quante sono le “vedovelle”  o fontanelle della città?Come visitare un depuratore o una centrale che rende l’acqua potabile? Dove sono e come funzionano le case dell’acqua? Questo e altro nel mio articolo sull’acqua pubblica a Milano uscito oggi su Viaggi low cost. 

Storie di Matrimoni, le foto di Carlo Carletti

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Venezia, Roma, Portofino, Firenze, ma anche Londra, Mosca e New York. Quindici anni e 64 fotografie che raccontano la felicità di un giorno, quello delle nozze. Dal 1998 il fotografo toscano Carlo Carletti racconta storie di matrimoni. Soprattutto di stranieri, che scelgono l’Italia per i suoi paesaggi da cartolina. Inglesi e americani, che amano la Toscana, ma negli ultimi anni anche russi, che puntano sulla Milano della moda, e cinesi di Hong Kong, che “vengono in Italia quasi solo per farsi le foto”.

Cerimonie cattoliche, ortodosse, ebraiche, con rito orientale, riti religiosi o solo simbolici, grandi feste e celebrazioni intime. Tutto questo è raccolto nel libro “ Fotografie di Cerimonie”(Marsilio) di Carlo Carletti, presentato il 14 novembre allo spazio Forma in Piazza Tito Lucrezio Caro. Un volume che racconta un tipo di fotogiornalismo, arrivato dall’America, che sta conquistando anche l’Italia: il fotoreportage di nozze.

“Io realizzo documentari di matrimoni”, spiega il fotografo di Poggibonsi. Ormai noto in tutto il mondo, è l’unico ad aver vinto per due volte il premio “Fotografo dell’Anno” dall’americana WPJA (Wedding Photojournalist Association). “Cerco di catturare la realtà in modo curioso e libero, scovando la verità a prescindere, sempre pronto a cogliere il momento. Come si fa in un documentario di guerra: solo che io fotografo la gioia”.

Dimenticate il classico album di nozze: con le sue foto Carletti supera tutti gli stereotipi del genere: niente foto posate, no all’esaltazione forzata delle coppia o della sposa, a volte un punto bianco sullo sfondo di paesaggi iconici. Bellissime immagini, che quasi per caso si trovano a essere anche foto di matrimoni. “Fotografie di Cerimonie”, il primo volume di questo tipo in Italia, nasce da un’idea di Denis Curti, direttore di Contrasto Milano, agenzia fotogiornalistica di rilevanza internazionale, che si è dimostrato subito entusiasta del lavoro di Carletti tanto da proporre al fotografo di realizzare un libro. “Di lui mi ha colpito la consapevolezza della visione- spiega Curti- ciò rende il fotografo un autore nel mondo della fotografa, e nello specifico, della fotografa di cerimonia”.

“La modalità del reportage mi permette di raccontare ogni evento, quindi anche il matrimonio, con naturalezza e spontaneità”, continua Carletti, che da sempre si ispira al lavoro del grande fotografo Gianni Berengo Gardin “Alla fine ottengo il racconto di quella giornata, quindi un prodotto unico, una storia a sé”.

Alexis Paparo